Quando una profezia inventata in un fumetto fa tremare il turismo più di un vero terremoto
Cari viaggiatori armati di valigia e fantasia,
mettete giù il sushi, chiudete il kimono e tenetevi forte: a quanto pare, il Giappone sta per essere travolto… non da un vero cataclisma, ma da una gigantesca ondata di disinformazione a base di manga, YouTuber catastrofisti e influencer più apocalittici di Nostradamus sotto caffeina.
Sì, avete capito bene. Il 5 luglio 2025, secondo fonti autorevolissime (cioè un vecchio manga e un sogno fatto negli anni ’60), il Giappone sarebbe destinato a sparire sotto uno tsunami colossale. Il titolo del fumetto incriminato? The Future I Saw, ovvero Il futuro che ho visto, scritto da Ryo Tatsuki, presunto profeta part-time e fumettista full-time. Dicono abbia “predetto” pure la morte di Freddie Mercury. Spoiler: non è stato l’unico.
Quando i social fanno più danni della placca tettonica
Nel giro di qualche scroll su TikTok e di una manciata di video su YouTube (più di 1.400 per la precisione), il panico si è propagato più in fretta di un ramen in saldo. Soprattutto a Hong Kong, dove tra feng shui, memorie sismiche e creatività online, è partita la fuga di massa dalle prenotazioni verso il Giappone.
Risultato? Voli cancellati, rotte dimezzate e agenzie turistiche che ora venderebbero l’anima pur di riempire un charter per Sapporo.
“Meglio la Thailandia, almeno lì i disastri sono solo stagionali”
Intervistati tra un gate e un duty-free, molti turisti hongkonghesi confessano di aver cambiato meta “per precauzione”. Qualcuno aspetta agosto, altri optano per la più rassicurante Bangkok. Perché affrontare una possibile apocalisse nipponica quando puoi sorseggiare una noce di cocco sotto il sole tailandese?
E mentre i voli per Tokushima si svuotano, quelli per Dubai si riempiono. Ironia della sorte: lì l’unico tsunami rischia di essere quello del condizionatore al massimo nei centri commerciali.
Gli scienziati: “Tranquilli, è solo una bufala. Ma preparatevi comunque”
La comunità scientifica giapponese ha risposto con la solita calma zen:
“No, non si può prevedere un terremoto. No, nemmeno se te lo ha detto un sogno. E no, non serve lasciare Tokyo per rifugiarsi a Taipei.”
Il prof. Sekiya dell’Università di Tokyo ha detto che questa storia somiglia alla bufala del 2012 con il calendario Maya.
Spoiler 2: anche lì non è successo nulla. A parte un sacco di feste a tema fine-del-mondo.
Turismo in crisi? Ecco le promo “anti-panico”!
Nel frattempo, gli operatori turistici non si perdono d’animo. Partono le offerte “Se trema, rimborsiamo” e “Bambini gratis, anche se piove lava”. Una mossa disperata per attirare di nuovo i turisti.
Perché ok, la resilienza va bene, ma i ryokan vuoti no.
Conclusione: il vero rischio? Perdere un viaggio indimenticabile
Cari lettori, se stavate pensando di rimandare il vostro viaggio in Giappone per paura di un cataclisma da fumetto, ricordate: la probabilità di un disastro il 5 luglio è la stessa di incontrare Godzilla all’aeroporto.
Quindi, fate i bagagli, comprate un ombrello (perché quello sì che è prevedibile) e partite. Magari proprio il 5 luglio, per godervi il sushi senza code.
PS:
Se poi qualcosa succede davvero… beh, potete sempre dire di essere stati parte della storia. E avere almeno un selfie con vista Fuji prima dell’“apocalisse”.
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